L’eventuale istituzione di un Registro Nazionale degli Acconciatori accoglie le perplessità di Confartigianato e Cna, che hanno mandato una lettera aperta indirizzata ai componenti della Nona Commissione al Senato (dove il disegno è in discussione) e al Sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy, l’onorevole Massimo Bitonci.
Tale provvedimento non è stato infatti condiviso con le organizzazioni di categoria, le quali sottolineano come il Registro rischi di snaturare l’attività dell’acconciatore, appesantendo il lavoro con nuovi balzelli burocratici. Per questo motivo anche Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo e Cna Macerata rilanciano la questione a livello locale.
“Ricordiamo che l’attività è già normata da una legge di settore (L. n.174/05) che è molto chiara sia sulla definizione del profilo professionale, sia sull’itinerario formativo utile per l’ottenimento dell’abilitazione professionale – dicono Confartigianato Mc, Ap, Fm e Cna Macerata -. Quindi l’idea di prevedere ulteriori o diversi percorsi formativi rischia solo di creare inutili scompigli. Nuovi percorsi che, inoltre, porterebbero ad incomprensioni circa le competenze tra Governo e Regioni sui requisiti minimi di abilità professionale, al momento definiti da queste ultime”.
Ma per Confartigianato e Cna la questione più spinosa è quella legata all’ulteriore burocrazia che si verrebbe a creare, “una controtendenza rispetto all’indicazione di eliminare gli appesantimenti. Il Registro Nazionale degli Acconciatori va nella direzione opposta, con osservanze ridondanti rispetto a quelle già richieste”.
Quindi, “la previsione di una suddivisione registrata tra individui, titolari d’imprese e formatori andrebbe a creare un soggetto iscrivibile che non esercita sotto forma di impresa: risulterebbe esserci così una specie di sanatoria nei riguardi di attuali operatori non abilitati”.
Un punto, quest’ultimo, che non è incisivo per affrontare una delle tematiche più sentite dagli imprenditori: la lotta all’abusivismo. “Ricordiamo che nel nostro Paese l’abusivismo nel settore dei servizi alla persona (tra cui rientrano le attività di acconciatura ed estetica) è in continua crescita con un tasso di irregolarità del 27,6%. Si tratta del valore più alto tra i vari settori e supera di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4%”.
Per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di affidarsi esclusivamente a imprese regolari e professionisti qualificati, Confartigianato e Cna hanno recentemente realizzato una campagna di comunicazione congiunta, per ricordare come chi si affida a operatori non qualificati si espone a seri rischi.