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Le Marche trainano la transizione digitale: l’Ascolano è “patria” delle MPI 4.0

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La reazione all’emergenza sanitaria, l’intensificazione dello smart working e l’esplosione di eventi, seminari e formazione tenuti a distanza. Sono alcuni dei fattori che hanno contribuito ad accelerare la transizione digitale delle piccole imprese, con una specifica accentuazione in Italia evidenziata dai confronti internazionali. È il dato emerso da un elaborato redatto da Confartigianato Imprese sulle tendenze delle MPI verso la “Transizione 4.0”.

L’interesse cresce anche nelle Marche, tanto che il mercato del lavoro si sta concentrando su imprese orientate ai servizi digitali. Infatti, il peso degli addetti in MPI dei Servizi digitali sull’economia nella regione è del 1,34%, in linea con la media italiana dell’1,35%.

La rilevanza delle piccole imprese nel comparto digitale è consistente nelle Marche. Il peso dell’occupazione delle MPI sul totale del settore è nella regione pari al 66,5%, con 5.976 addetti. Ben sopra la media nazionale, ferma al 54,9%.

Se ci si focalizza sul livello provinciale, le Marche Sud giocano un ruolo strategico, specialmente nell’Ascolano. Infatti, il peso degli addetti in MPI dei Servizi digitali sull’economia è tra i più elevati ad Ascoli Piceno con il 1,84%, con il territorio che si colloca al secondo posto nella classifica nazionale, forte di 378 MPI e 1.029 addetti. Il Maceratese, con 1.021 addetti e 444 MPI registra una percentuale del 1,11, la Provincia di Fermo dell’1,04%, con 536 addetti e 240 MPI.

In particolare, le province di Ascoli Piceno e Fermo si trovano ai primi posti tra quelle in cui lavorano in MPI almeno nove addetti su dieci dei servizi digitali (la totalità).

Il focus traccia anche un attento quadro della situazione nazionale, che sottolinea come al forte ritardo dei comparti maggiormente influenzati dalle restrizioni alla mobilità delle persone e dal calo del turismo si contrappone l’incremento della domanda di servizi digitali e legati all’e-commerce.

Nel dettaglio, i servizi postali e attività di corriere superano del 24,3% i livelli pre-crisi, la produzione di software e consulenza informatica registra ricavi in salita del 10,7% rispetto al pre-Covid-19 e le attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici del +2,8%, determinando una crescita complessiva del 9,2% in questi due settori dell’Ict.

A livello nazionale nel primo trimestre 2021 il fatturato delle imprese dei servizi digitali è pari a 55.308 milioni di euro.

L’esame dei dati sul commercio al dettaglio evidenzia che nei primi cinque mesi del 2021 le vendite per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni superano del 18,5% il livello dello stesso periodo del 2019 e anche l’e-commerce ha avuto un importante balzo in avanzi: le vendite online nei primi cinque mesi del 2021 crescono del 27,8% su base annua e superano del 60,9% il livello registrato nello stesso periodo del 2019.

È necessario quindi – le riflessioni di Confartigianato – dare vita a politiche di sostegno che favoriscano i processi di transizione digitale e innovazione anche per quelle realtà meno dinamiche per ragioni di competenze, dimensioni e dislocazione territoriale. Il vincolo principale alla trasformazione digitale delle MPI infatti, è rappresentato dalla mancanza di competenze all’interno dell’impresa, sia per quanto riguarda gli imprenditori che per quanto riguarda il capitale umano. Lo skill gap delle MPI italiane rappresenta nella letteratura e nelle analisi sulle policy una criticità di lunga durata e un freno alla loro competitività. Il supporto alla digital transformation delle MPI italiane vede Confartigianato protagonista dell’“ultimo miglio”, con una diffusa rete di associazioni che svolgono attività specifiche di informazione, formazione e consulenza”.

Foto: freepik.com

Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo