Home Notizie La biovalorizzazione, altro che “Fantasia Circolare”

La biovalorizzazione, altro che “Fantasia Circolare”

biovalorizzazione-economia-circolare

Il 2020 sarà ricordato come anno funesto. Anno di crisi. Anno di nuove opportunità, per chi ha resistito alle avversità ed ampliato i propri orizzonti pensando soluzioni operative nuove.

Cosa che ha saputo realizzare un’azienda genovese di conserve ittiche, sviluppando un vero e proprio modello di economia circolare grazie a tecnologie di biovalorizzazione marina e di estrazione selettiva.

Tradizionalmente, circa la metà della materia prima pescata si utilizzava per i prodotti destinati all’alimentazione umana e al pet food (farina e olio di pesce destinati al settore dell’acquacoltura e industrie affini).

Oggi un 20% di materiale che in passato sarebbe stato avviato allo smaltimento come rifiuto è riutilizzabile nel settore farmaceutico e cosmetico.

Gli scarti del tonno sono infatti ricchi di molecole attive –Omega 3 e collagene– consentendo un utilizzo globale ed efficiente delle risorse marine. Valutazione non banale se si considera che gli scarti di lavorazione dell’industria conserviera del tonno superano le 450mila tonnellate annue.

Un approccio di tal genere consente di ridefinire, o addirittura cancellare, il concetto di “sottoprodotto”. Fondamentale valorizzare tutto ciò che proviene da fonte naturale.

La “biovalorizzazione”, apporto di tecnologia e processi che implementano modelli di separazione fisica o meccanica, permette anche agli scarti di tonno di diventare prodotti ad alto valore commerciale!

Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo