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Scadenze fiscali, no a interessi e sanzioni. Necessaria la proroga al 30 settembre

scadenze fiscali

Contributi previdenziali, imposte e molte altre scadenze, si abbatteranno contro le migliaia di imprese già messe a dura prova dal lockdown.

Purtroppo il Governo non ha ascoltato il grido di allarme di imprenditori e operatori e, contrariamente a quanto invece successo l’anno scorso, la scadenza dei versamenti non è stata rimandata.

In queste settimane le aziende hanno comunque dovuto affrontare altre incombenze con tutte le difficoltà, facilmente immaginabili, dopo mesi di blocco totale dell’attività lavorativa.

Non dimentichiamo poi che il 16 settembre si ripartirà con il pagamento di quanto sospeso a causa dell’emergenza sanitaria.

Ci rammarica moltissimo dover constatare che purtroppo ad avere la peggio sono sempre e solo le imprese, vittime di decisioni spesso incomprensibili e scellerate.

In seguito ai vari decreti emanati per contrastare la crisi legata all’emergenza Covid, gli adempimenti sono triplicati e si vanno ad aggiungere ad una già imponente mole di lavoro che gli stessi operatori di settore non riuscirebbero materialmente a smaltire, rispettando la scadenza del 20 di agosto.

Secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze “l’ulteriore proroga
richiesta inciderebbe, secondo gli uffici, sull’elaborazione delle previsioni delle imposte autoliquidate della nota di aggiornamento del DEF che, come noto, deve essere presentata al parlamento entro la fine di settembre”.

Il Governo quindi è pronto a prorogare lo stato di emergenza ma sembra non accorgersi che questo stato di emergenza avrà un impatto devastante sui contribuenti.

Secondo i nostri dati ad oggi, solo il 10% delle nostre imprese associate, ha provveduto agli adempimenti previsti. Ciò significa che dell’importo dovuto al 20 luglio, ovvero circa 5 milioni di euro, sono stati versati solo 472 mila euro di imposte.

Per garantire quanto meno un po’ di respiro alle imprese è quindi necessario prevedere la proroga almeno al 30 settembre con l’eliminazione di interessi e sanzioni che ammonterebbero al 3% del tributo, se il pagamento avviene con il ravvedimento breve entro 30 giorni dalla violazione, e al 3,75% dal 31° giorno in poi.

Rappresentiamo migliaia di imprese e affrontiamo quotidianamente con loro difficoltà sempre maggiori, facendoci per quanto possibile portavoce delle loro istanze.

Questa protesta unanime di imprenditori, professionisti e operatori è frutto di un’estenuante e logorante situazione di crisi che, se non adeguatamente affrontata, non potrà far altro che peggiorare.

locandina scadenze fiscali

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