Dal nuovo anno artigiani che producono e/o vendono piccole quantità di alimenti preconfezionati nel mercato locale non avranno più l’obbligo di inserire la tabella nutrizionale in etichetta.
Un rilevante traguardo per il settore agroalimentare, raggiunto grazie all’impegno di Confartigianato Alimentazione, che da tempo si è adoperata affinché venisse fatta maggiore chiarezza sulla spinosa questione dell’etichettatura alimentare.
Dal 13 dicembre infatti, è scattato l’obbligo della dichiarazione nutrizionale secondo l’art. 53 del Reg. UE 1169/2011 che riguarderà però solamente i prodotti preimballati su cui dovranno essere indicati i valori nutrizionali espressi in calorie, grassi, carboidrati, proteine e sale.
La circolare interministeriale, firmata dal Minsalute e dal Mise, sottolinea l’esenzione dall’obbligo di tale dichiarazione per i prodotti non preimballati così come specificato dal regolamento stesso, ovvero per gli “alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale”.
La deroga quindi è riservata agli alimenti preconfezionati e prodotti artigianalmente cha abbiano i seguenti requisiti:
1) Realizzati in piccole quantità,
2) Forniti direttamente al consumatore o per il tramite di strutture di vendita o somministrazione (negozi, supermercati, chioschi di vendita, vendita ambulante, ecc.),
3) Ceduti al consumatore preso strutture ubicate a livello locale (ovvero la provincia in cui opera l’azienda e le province confinanti).
Se è vero che con queste nuove indicazioni ministeriali gli imprenditori artigiani avranno libertà di dichiarare o meno le caratteristiche degli ingredienti, è altrettanto vero che Confartigianato ha da sempre sostenuto e valorizzato, facendone un proprio cavallo di battaglia, il valore del Made in Italy e l’eccellenza dei prodotti artigianali. E’ per questo che l’indicazione della materia prima di qualità deve essere vista come un segno distintivo rispetto alle produzioni di serie e uno strumento utile per attrarre consumatori, ormai molto attenti alla qualità del cibo.